Da rookie dell’anno in Nba a… pugile: la nuova vita di Carter-Williams
(Adnkronos) – Darsi alla boxe dopo una carriera in Nba. Il protagonista della storia è Michael Carter-Williams (oggi 33enne), eletto rookie dell'anno nel 2014. Il prossimo 29 maggio, l' ex cestista farà il suo debutto nella boxe a New York, contro il 36enne Sam Khativ. Il match tra pesi massimi, in tre round, andrà in scena al Leman Ballroom in un evento organizzato per raccogliere fondi per un'organizzazione no-profit che aiuta nel percorso di recupero dalla tossicodipendenza. Ma chi è Carter-Williams? Nato il 10 ottobre 1991 a Hamilton, nel Massachussets, Michael ha cominciato la sua carriera sportiva con il basket ed è stato una stella al college di Syracuse prima di essere selezionato al draft Nba 2013, quando venne scelto (con il numero 11) da Philadelphia. Guardia imponente (alto un metro e 96), Carter-Williams riuscì subito a prendersi la scena, diventando titolare nel suo primo anno da rookie e venendo premiato in seguito come "Rookie of the Year" (miglior giovane della stagione). La sua avventura in Nba è durata un decennio: Carter-Williams ha chiuso con il basket nel 2013, dopo aver vestito le canotte di Milwaukee Bucks, Chicago Bulls, Charlotte Hornets, Houston Rockets e Orlando Magic. L'avventura nella boxe, dopo un periodo di stacco dallo sport professionistico, vissuto come commentatore del basket Ncaa, potrebbe aprire un nuovo capitolo. Carter-Williams è solo uno dei tanti campioni che, a un certo punto, ha deciso di cambiare sport. Uno degli esempi più recenti è quello di Diego Forlan, che lo scorso novembre ha esordito nel circuito Atp, iniziando a divertirsi con il tennis dopo una carriera da calciatore. Altro caso illustre è quello di Michael Jordan, che dopo aver vinto tre titoli Nba e altrettanti Mvp con i Chicago Bulls, decise nel 1993 di dedicarsi al baseball e venne ingaggiato dai Chicago White Sox, una delle più importanti squadre della Major League Baseball. La sua avventura non fu però molto fortunata e dopo un anno e mezzo MJ tornò in Nba vincendo altri tre campionati con i Bulls. In Italia un esempio di versatilità sportiva è Valentino Rossi. L’ex pilota, nove titoli vinti in MotoGp, una volta abbandonate le moto si reinventò pilota di rally, passione coltivata anche durante la sua carriera sulle due ruote. Anche Usain Bolt, dopo essersi ritirato dall’atletica, provò a cambiare vita. La leggenda giamaicana, che in carriera ha conquistato otto ori olimpici tra 100 metri, 200 e staffetta, decise di seguire il sogno di diventare calciatore professionista. Bolt, da sempre grande tifoso del Manchester United, giocò una partita di beneficenza all’Old Trafford e venne ingaggiato da diversi club in giro per il mondo, che fiutarono l’occasione soprattutto per ragioni di marketing. Prima Bolt giocò in Norvegia con lo Stromsgodset, poi si trasferì in Australia con i Central Coast Mariners. Alla fine però, dopo essersi allenato anche con il Borussia Dortmund, decise di ritirarsi ammettendo: “Non voglio dire di non averci creduto, ma penso che non l’abbiamo fatto nel modo in cui avremmo dovuto. Ho comunque imparato la lezione, si vive e si impara”. Breve esperienza nel tennis professionistico anche per Paolo Maldini, che debuttò in doppio nel Challenger di Milano, ma si ritirò subito dopo la sconfitta. È ancora in attività l’ex portiere del Chelsea Petr Cech, che ha difeso i pali dei Guildford Phoenix, squadra inglese di hockey su ghiaccio. Si è reinventato anche Gareth Bale, che dopo le polemiche per il suo “prima il Galles, poi il golf e dopo il Real Madrid”, è diventato un golfista professionista. Rio Ferdinand, leggenda del Manchester United, una volta appesi gli scarpini al chiodo si dedicò alla boxe, mentre l’ex Inter Ivan Perisic ha esordito nel beach volley. Un’altra vecchia conoscenza della Serie A, Gabriel Omar Batistuta, si è dilettato nel polo, con una breve parentesi anche tra i professionisti. L’ex pilota di Formula 1 Jenson Button oggi si diverte con il triathlon, disciplina IronMan. Storie incredibili sono quelle di Bo Jackson e Deion Sanders, che negli anni ’90 furono capaci di giocare contemporaneamente a football americano e a baseball. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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