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Consiglio di Stato: Aprilia, la “banda” della politica perde contro Rida, il piazzale resta dov’è

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune di Aprilia contro la realizzazione di un nuovo piazzale di stoccaggio rifiuti da parte della società Rida Ambiente. Con una sentenza depositata il 15 aprile 2025, i giudici amministrativi hanno confermato la legittimità dell’autorizzazione concessa dalla Regione Lazio, mettendo fine a una lunga battaglia legale iniziata nel 2020.

La vicenda

Tutto è partito dalla determinazione della Regione Lazio che, nel luglio 2020, ha autorizzato Rida Ambiente a realizzare una nuova area di stoccaggio in zona agricola, a circa 200 metri dal suo impianto di trattamento meccanico-biologico (TMB) in via Valcamonica. Si tratta di un piazzale da oltre 27.000 mq, dove saranno temporaneamente stoccati rifiuti destinati al recupero energetico (R13) e allo smaltimento (D15).

Il Comune di Aprilia ha da subito contestato il progetto, ritenendolo illegittimo per diversi motivi: assenza di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS), violazione delle norme urbanistiche, carenza di istruttoria su viabilità e necessità effettiva dello stoccaggio. Il Tar del Lazio, però, nel 2022 aveva già dato torto all’Amministrazione comunale. Da lì il ricorso al Consiglio di Stato.

La decisione del Consiglio di Stato

I giudici hanno bocciato uno per uno tutti i sette motivi di appello del Comune. In particolare:

  • Nessuna VIA o VAS necessaria: Il nuovo piazzale non supera le soglie previste dalla legge per avviare una valutazione ambientale. Non si tratta di un ampliamento dell’intero impianto, ma solo di un’area di stoccaggio indipendente, che non incide direttamente sulle altre attività già autorizzate.
  • La VAS non è automatica in caso di variante urbanistica: Secondo la normativa e la giurisprudenza più recente, quando un progetto comporta una piccola modifica urbanistica, come nel caso di Aprilia, non è necessaria la valutazione ambientale strategica, a meno che non siano dimostrati effetti significativi sull’ambiente.
  • La necessità dello stoccaggio è stata accertata: L’Arpa Lazio ha documentato la saturazione degli spazi esistenti, e il Comune non ha prodotto prove contrarie.
  • Il progetto non comporta impatti rilevanti sulla viabilità: Il traffico resterà invariato, in quanto non aumentano le quantità trattate, ma cambia solo la gestione temporale dei rifiuti.
  • Nessuna irregolarità nei tempi della conferenza dei servizi: Le tempistiche sono state rispettate e il Comune non ha dimostrato in che modo siano stati violati i propri diritti.

Cosa dice il Consiglio di stato:

“La modifica autorizzata non rappresenta un artificioso frazionamento dell’impianto per eludere le norme ambientali – si legge nella sentenza –. Si tratta di un intervento limitato e tecnicamente giustificato, che non comporta nuove attività di trattamento rifiuti né aumenti di capacità tali da richiedere ulteriori verifiche”. Con questa sentenza, il Consiglio di Stato mette la parola fine a una vicenda complessa, confermando la bontà dell’autorizzazione rilasciata alla Rida Ambiente.

Per il Comune di Aprilia, invece, resta l’amarezza di una battaglia giudiziaria persa, una sconfitta che solleva più di una domanda sull’atteggiamento dell’Amministrazione, che sembra spesso essere pronta a mettere i bastoni tra le ruote a chi fa impresa in modo trasparente, forse perché non allineato ai soliti “giochi” politici locali.

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