Sant’Apollonia: progetti bloccati, fondi persi, la gestione fallimentare del Comune di Aprilia
La bonifica del sito di Sant’Apollonia sembra essere stata ostacolata più dall’inazione amministrativa che da reali difficoltà tecniche. A sostenerlo è l’assessore ai rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera, intervenuto in consiglio regionale per rispondere all’interrogazione della consigliera d’opposizione Alessandra Zeppieri.
Il progetto di bonifica, finanziato con 14 milioni di euro del PNRR, è fermo da anni, senza che il Comune di Aprilia abbia mosso un passo concreto per avviare i lavori. Già a febbraio, il commissario prefettizio Paolo D’Attilio aveva segnalato alla Regione Lazio gli ostacoli burocratici e le difficoltà che hanno bloccato l’iter. Secondo uno studio della Sogesid, società partecipata del Ministero dell’Ambiente, sarebbero necessari 27 mesi per completare l’intervento, un tempo che rende di fatto impossibile rispettare la scadenza del cronoprogramma del PNRR.
«Il termine ultimo dei lavori – ha dichiarato la Zeppieri – è previsto per marzo 2026, ma anche volendo iniziare oggi, considerando che sono necessari 27 mesi, non si terminerebbe prima della primavera del 2027, quindi oltre 14 mesi rispetto al limite da rispettare, sempre se le ditte proprietarie del terreno acconsentano all’apertura dei cancelli. Come risponderà la Regione all’appello del Comune di Aprilia, che vede sfumare questo considerevole e importante finanziamento per la bonifica dell’area?».
A questa osservazione, l’assessore Ghera ha replicato sottolineando le responsabilità del Comune: «Il Comune di Aprilia ha deciso due anni fa di fare l’intervento direttamente. Se l’intervento non si fa è perché il Comune di Aprilia non è riuscito a portarlo avanti. Purtroppo, per problemi forse tecnici o di altro genere che non abbiamo ben capito, siamo arrivati al momento in cui il Comune di Aprilia ad oggi non ha attivato nessun tipo di lavoro. Non è un problema di bilancio, perché ad oggi, comunque, l’intervento non è più realizzabile. Abbiamo chiesto al Ministero se la Regione può riprendere l’intervento e continuarlo, ovviamente sapendo bene che sarà impossibile. Per i due anni di attesa e inazione da parte del Comune, va detto, dovuti anche al commissariamento. È stata una scelta a livello locale che ad oggi non è stata ancora revocata, nonostante la nostra doppia richiesta per iscritto. Per noi la scelta giusta sarebbe fare in modo che sia la Regione, insieme al Ministero, a portare avanti la procedura pur sapendo che ormai i tempi non rientrano più nel cronoprogramma originario».
Di fatto, l’intera vicenda mette in luce una gestione amministrativa fallimentare da parte del Comune di Aprilia, che ha scelto di assumersi la responsabilità dell’intervento per poi lasciarlo bloccato, facendo sfumare i fondi disponibili e rendendo sempre più difficile la riqualificazione del sito inquinato.
Nel contesto della bonifica del sito di Sant’Apollonia, un aspetto che merita una riflessione approfondita riguarda il fatto che il Comune di Aprilia è stato delegato dalla Regione Lazio a gestire i fondi del PNRR, ma non ha mai restituito tale delega nonostante le evidenti difficoltà nel portare avanti il progetto. Se il Comune non credeva nella possibilità di completare l’intervento, come mai non ha richiesto di restituire la delega alla Regione, consentendo così di evitare il blocco del progetto e il rischio di perdere i finanziamenti?
Questa mancata restituzione della delega solleva un serio interrogativo sulle scelte politiche e amministrative a livello locale. In una situazione del genere, dove l’inerzia amministrativa è stata determinante, sarebbe stato più responsabile che il Comune avesse riconosciuto le proprie difficoltà e avesse chiesto il ritorno della delega. Così facendo, la Regione, insieme al Ministero, avrebbe potuto riprendere in mano il progetto, evitando il rallentamento e facendo sì che il finanziamento PNRR fosse utilizzato correttamente per la bonifica dell’area.
In sostanza, se la delega era stata concessa per consentire una gestione più efficace del progetto, ma il Comune si è trovato in difficoltà, non restituirla appare come una scelta che ha avuto conseguenze negative, sia per il progetto di bonifica sia per la comunità locale. La domanda è legittima: perché il Comune non ha chiesto di restituire la delega quando era chiaro che non aveva le capacità amministrative per realizzare l’intervento? Questo aspetto è cruciale per capire la vera responsabilità dietro al fallimento di questo importante progetto di risanamento ambientale.
L’inazione del Comune di Aprilia non si limita poi solo al caso del sito di Sant’Apollonia, ma sembra essere un riflesso di una gestione inefficace anche in altri contesti simili. Ci sono infatti altri siti inquinati nella zona che non sono stati mai bonificati, come quello della zona industriale e quello della zona Cogne in via Savuto. Questi casi, così come quello di Sant’Apollonia, rappresentano una serie di siti che continuano a rimanere non bonificati, nonostante i fondi a disposizione e le risorse pubbliche disponibili per risolvere la situazione.
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