Thailandia, addio divieti a scuola: la ‘rivoluzione’ parte dai capelli
(Adnkronos) –
Capelli lunghi e sciolti a scuola. Per la Thailandia è una rivoluzione. Da 50 anni era in vigore una direttiva del ministero dell'Istruzione che imponeva agli alunni i capelli corti e alle studentesse 'caschetti' fino alle orecchie. Ma ora, dopo anni in cui in molte scuole si era assistito a un 'allentamento' delle restrizioni, la circolare è stata ufficialmente messa nel cassetto dal Tribunale amministrativo supremo. Così non dovrebbero esserci più istituti in cui verranno tagliati i capelli agli alunni 'ribelli'. Per il tribunale, ha sintetizzato il Bangkok Post, la direttiva del 1975 viola le libertà individuali tutelate dalla Costituzione. Ed è superata dai tempi. Anche se restano margini per circolari interne alle scuole, 'invitate' però a non dimenticare le libertà degli studenti. Tutto è iniziato con una petizione presentata nel 2020 da 23 studenti, che denunciavano l'incostituzionalità della circolare. E così in quell'anno il ministero aveva 'concesso' agli studenti di far crescere un po' di più i capelli, pur mantenendo alcune restrizioni. Per i ragazzi, vietato coprire la nuca. Per le ragazze, capelli lunghi ma legati. Poi nel 2023 l'allora ministro annunciò la necessità di trovare un punto d'incontro tra istituzioni, studenti e genitori. Ma alcune scuole sono rimaste al 1975. E negli ultimi anni hanno suscitato polemiche e proteste le 'iniziative' di istituti che hanno vietato frangette e capelli tinti. A gennaio il ministero dell'Istruzione ribadiva di aver abolito le restrizioni sulla lunghezza dei capelli degli studenti in nome della "diversità". Tra i protagonisti della battaglia andata avanti per anni c'è Panthin Adulthananusak, fresco di laurea. "C'è ancora spazio per le scuole per stabilire le loro regole", ha commentato con la rete britannica, felice di quello che comunque considera un "passo in avanti concreto" in nome dei "diritti umani" a scuola. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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