Albano: auto forze ordine incendiate, spunta la pista del terrorismo di matrice anarchica
L’indagine sull’incendio nel piazzale del commissariato di Polizia di Albano Laziale che ha distrutto 16 auto di servizio è passato dalla Squadra mobile alla Digos di Roma, così come la procura che indaga non è quella di Velletri, che ha giurisdizione sul territorio, ma la procura di Roma.
La pista, quella dell’ipotesi di terrorismo di matrice anarchica, sembra aver preso piede dato che la tipologia dell’indagine è di competenza del tribunale di Roma e a svolgerla, data la matrice politica, è solitamente la Digos della questura. Le fiamme sono divampate velocemente nel corso della notte e non vi sono dubbi sul fatto che sia stato un incendio doloso. I vigili del fuco, dopo aver spento il rogo, insieme alla polizia scientifica, hanno effettuato una attenta indagine e, secondo indiscrezioni sono stati trovati gli strumenti utilizzati per appiccare l’incendio.
Un chiaro attacco alla polizia del Commissariato e alla polizia Stradale che condividono il parcheggio. L’episodio del tutto simile, ma con esiti diversi, avvenuto il 9 febbraio alla caserma della compagnia carabinieri di Castel Gandolfo, lascia ipotizzare un collegamento tra i due casi e, anche per quel fatto, la procura che coordina le indagini è quella di Roma. A Castel Gandolfo, il carabiniere in servizio di piantone, si è accorto per tempo delle fiamme innescate, limitando i danni riuscendo a spegnerle con un estintore. Anche in quel caso sono state trovate pezze imbevute di liquido infiammabile mentre, nelle corso delle indagini, dalla videosorveglianza è emerso il video in cui si vede una persona che scavalca la recinzione per appiccare il fuoco.
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