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Mafia apriliana: i nomi degli arresti di oggi e cosa emerge dalle indagini

Mafia apriliana: sono in totale otto le persone arrestate nell’ambito di un’operazione congiunta delle forze dell’ordine, condotta dal Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia in collaborazione con il Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) di Roma, e con il supporto dei comandi locali. Questa mattina è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma. Tra gli arrestati, troviamo in carcere Patrizio Forniti (52 anni), Luca De Luca (68 anni), Marco Antolini (56 anni), Luigi e Antonio Morra (65 e 37 anni), Nabil Salami (36 anni), mentre due persone sono agli arresti domiciliari: Giuseppe Carannante (61 anni) e Andrea Sultan Mohamed (39 anni).

Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, detenzione e porto abusivo di armi, nonché di intestazione fittizia di imprese e partecipazioni societarie. L’operazione scaturisce da un’indagine avviata nel 2021 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di Roma, ed è una prosecuzione dell’operazione “Assedio” del 3 luglio 2024. Quest’ultima aveva portato alla nomina del Commissario Prefettizio per il Comune di Aprilia e all’avvio di verifiche su possibili infiltrazioni mafiose.

Tra gli arrestati, Patrizio Forniti, Luca De Luca, Luigi e Antonio Morra, e Marco Antolini sono accusati di aver orchestrato un attentato contro l’azienda Tesei Bus di Aprilia, con l’intento di costringere l’imprenditore Urbano Tesei a pagare per le spese legali degli affiliati al clan mafioso. Questo è uno degli sviluppi dell’ordinanza eseguita questa mattina dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con il supporto dei carabinieri di Latina e della Squadra Mobile di Latina.

L’indagine è un proseguimento dell’operazione “Assedio”, che nel luglio dello scorso anno aveva portato all’arresto dell’allora sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, e che aveva sollevato il sospetto della presenza di una mafia autoctona in città, capeggiata appunto da Patrizio Forniti. L’operazione di oggi si concentra su alcuni episodi di estorsione ai danni di imprenditori locali. In particolare, Urbano Tesei è stato vittima di due attentati alla sua azienda situata in via Nettunense. Il primo, il 9 gennaio 2020, ha visto il ritrovamento di un ordigno esplosivo sul cancello d’ingresso. Il secondo, il 3 giugno successivo, ha visto l’abbandono di due proiettili nel parcheggio della ditta Nuova Tesei Bus. Le intercettazioni e il lavoro investigativo hanno rivelato che i responsabili di questi episodi erano gli appartenenti al gruppo criminale guidato da Forniti. L’obiettivo era costringere Tesei a chiedere protezione, in cambio di ingenti somme di denaro tutte destinate al pagamento delle spese legali degli affiliati al clan.

Le intercettazioni rivelano come il gruppo criminale abbia cercato di convincere Tesei di aver risolto il problema con chi aveva piazzato l’ordigno esplosivo, una bomba a mano priva di potenziale bellico, ma comunque destinata a intimidire. Secondo l’antimafia, sono stati proprio loro a posizionarla, per indurre l’imprenditore a richiedere la loro protezione, e quindi a elargire sempre maggiori somme di denaro.

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