Bufera sul termovalorizzatore di Roma: atto notarile illegittimo e confini manipolati?
Nuova bufera sul progetto del termovalorizzatore di Roma: un’indagine condotta da LabUr, laboratorio di urbanistica attivo nella tutela ambientale, ha rivelato che una parte significativa dei terreni acquistati dal Comune di Roma per l’impianto ricadrebbe nel territorio di Albano Laziale.
Atto notarile illegittimo?
Questo fatto solleva seri dubbi sulla legittimità dell’atto notarile con cui i terreni sono stati acquisiti. LabUr ha quindi chiesto con urgenza al Sindaco di Albano Laziale, contrario al progetto, di verificare la correttezza delle informazioni emerse. Se confermate, queste incongruenze potrebbero portare all’annullamento dell’atto notarile, compromettendo l’intero progetto.
“L’ennesimo episodio sull’opera fintamente giubilare voluta da Roberto Gualtieri – dichiara LabUr –. Dopo quanto emerso su Report e la scoperta di terreni non edificabili e della particella mancante, ci chiediamo quali controlli siano stati effettuati nel più grande appalto dai tempi di Mafia Capitale”.
Termovalorizzatore: 40% dei terreni inedificabile per vincoli sottoscritti in un atto d’obbligo
Secondo LabUr, il 60% dei terreni acquistati è edificabile ma ricade nel Comune di Albano Laziale, mentre il restante 40% risulta inedificabile per vincoli sottoscritti in un atto d’obbligo. L’analisi è stata resa possibile grazie alla digitalizzazione e georeferenziazione di un documento catastale che indica chiaramente il Fosso della Cancelliera come confine tra i due comuni.
“Qualcosa potrebbe essere cambiato – sottolinea LabUr – ma non vi sono evidenze pubbliche a riguardo. Ad oggi, appare evidente che il confine tra Roma e Albano sia stato modificato solo per i terreni destinati al termovalorizzatore, rimanendo invariato altrove”.
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