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Civitavecchia: truffa da 300 mila euro su bonus e permessi soggiorno, 9 persone coinvolte

La Polizia di Stato di Civitavecchia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Alberto Liguori, ha smascherato un sistema criminale che coinvolgeva numerosi cittadini tunisini arrivati in Italia tramite traghetti dalla Tunisia. Attraverso un’indagine durata oltre un anno, i poliziotti della Polizia di Frontiera Marittima di Civitavecchia hanno accertato che questi soggetti simulavano una presenza continuativa in Italia per ottenere permessi di soggiorno e benefici economici di svariato tipo che poi sfruttavano tornando in Tunisia con le famiglie.

Il modus operandi consisteva nell’apparire percettori di reddito al di sotto della soglia stabilita così da poter richiedere vari benefici economici da enti statali, come l’assegno unico, l’assegno per il nucleo familiare, i voucher per l’istruzione e il bonus maternità per supportare i loro bisogni quotidiani. Per ottenere questi sussidi i soggetti oggetto di indagine hanno presentato una serie di documenti attestanti falsamente la precarietà economica, la composizione e presenza stabile in Italia del nucleo familiare nonchè la residenza sul territorio italiano.

Le indagini condotte hanno rivelato che molti dei minori attenzionati beneficiari dei bonus educativi non avevano mai frequentato scuole italiane e disconoscevano totalmente la lingua italiana, e che molti dei tunisini avevano soggiornato in Italia solo per brevi periodi. Tutto ciò è stato scoperto anche grazie alle interviste effettuate direttamente sul territorio, presso gli istituti scolastici dove risultavano iscritti i minori, e dove è emerso che questi ultimi, in alcuni casi, non avevano frequentato nemmeno un giorno di scuola.

L’inchiesta, condotta a tappeto su tutto il territorio nazionale con il coinvolgimento di enti come comuni, scuole e Istituti Nazionali di Previdenza Sociale, ha evidenziato un modus operandi comune tra i nove tunisini coinvolti, con un danno complessivo stimato di circa 300.000 euro. L’attività ha permesso di ricostruire una modalità operativa comune tra i cittadini tunisini coinvolti, ciò grazie ad un’attività investigativa condotta su tutto il territorio nazionale.

La collaborazione tra diverse Procure, tra cui, oltre quella di Civitavecchia, anche quelle di Genova, Velletri, Tivoli, Siena, Pistoia e Ancona, ha portato all’apertura di procedimenti penali per nove cittadini extracomunitari accusati di aver fraudolentemente ottenuto i circa 300.000 euro di denaro pubblico. Ad oggi sono altresì in atto le procedure per la revoca dei permessi di soggiorno ottenuti illecitamente e per il recupero delle somme indebitamente erogate.

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