Emergenza rifiuti a Roma: il Tar chiude l’impianto Tmb di Guidonia
Si profila una nuova emergenza rifiuti per Roma. Con una sentenza storica il Tribunale Amministrativo del Lazio ha disposto la chiusura dell’impianto di Trattamento Meccanico-Biologico (TMB) di Guidonia, di proprietà del Gruppo industriale riconducibile al re dei rifiuti di Roma Manlio Cerroni.
La decisione, motivata da irregolarità procedurali legate alle autorizzazioni ambientali, mette a nudo le criticità del sistema di smaltimento regionale e pone Roma di fronte a una nuova, ennesima, emergenza rifiuti, visto che circa 100mila tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati capitolini restano senza destinazione finale. L’unico Ente che potrebbe salvare Roma dal rischio emergenza è, a questo punto, la Regione Lazio. Il Governatore Francesco Rocca potrebbe difatti salvare Gualtieri dal rischio doppio di rifiuti in strada e figuraccia mediatica tra l’altro mentre il Giubileo è in pieno corso di svolgimento e gli occhi del mondo sono puntati sulla Capitale.
IL TAR CHIUDE DISCARICA E TMB: AUTORIZZAZIONI ILLEGITTIME
La vicenda ha origine da una determinazione regionale del 2020 (Determina G07907 del 6 luglio 2020) firmata da Flaminia Tosini. L’Autorizzazione è stata ora annullata dal Tar Lazio per ‘invalidità derivata’. Secondo il Tribunale, la Regione Lazio ha adottato un procedimento di sanatoria atipico del TMB di Guidonia. Con lo scopo di garantire la continuità di funzionamento dell’impianto del Gruppo Cerroni, evidentemente al di fuori delle previsioni normative sancite dal Decreto Legislativo 152/2006 in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
Tale approccio dei dirigenti regionali ha condotto a una catena di provvedimenti successivi, tutti dichiarati illegittimi dai giudici. Gli effetti della decisione del Tar si estendono a tutta la struttura autorizzativa dell’impianto di Guidonia, visto che sono state annullate non solo le autorizzazioni più recenti, ma anche gli atti più vecchi, rendendo impossibile ogni forma di proroga, rinnovo o ripartenza basata sulle determinazioni precedenti.
Uno degli aspetti centrali della vicenda riguarda difatti la validità dell’AIA rilasciata nel 2010 alla società Ambiente Guidonia S.r.l.. All’epoca alla guida del settore rifiuti della Regione Lazio vi era Luca Fegatelli, ex Direttore Regionale e predecessore di Flaminia Tosini, a sua volta travolto nel 2014 dal processo Cerroni, poi assolto, infine ‘riassorbito’ di recente come dirigente dei Servizi Sociali regionali.
LE CONSEGUENZE PER ROMA E IL LAZIO
La chiusura dell’impianto di Guidonia rischia di far cadere in crisi la Capitale ? Non è un mistero che Roma spedisca i propri rifiuti fuori regione e nazione: appena pochi giorni fa, durante le festività natalizie, proprio la Regione ha varato l’ennesimo provvedimento di proroga con il quale permetterà per un altro anno a Roma Capitale di ‘spedire’ i proprio rifiuti alla società Deco, situata a Chieti in Abruzzo, ma acquistata da Acea, la municipalizzata capitolina dell’acqua. Con aggravi economici e ambientali incalcolabili.
LE PROSPETTIVE FUTURE
La sentenza del Tar quindi evidenzia la necessità di una riorganizzazione integrale del sistema di gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio. Tuttavia i numeri in ambito regionale parlano chiaro, le capacità impiantistiche ci sono e quindi Roma potrà fare affidamento su altri impianti pubblici e privati esistenti ed operativi, forse questa emergenza consentirà di fare una prova generale sulle previsioni del nuovo Piano regionale dei rifiuti del Lazio, cercando di ottimizzare le risorse disponibili e comprendere meglio le effettive ed eventuali carenze . Occorrerà’ certamente anche un piano organico che punti a potenziare la raccolta differenziata, migliorare l’efficienza degli impianti esistenti e solo se necessario realizzarne di nuovi, nel rispetto delle rigoroso delle normative ambientali. A questo punto sarà il Direttore dell’Area Rifiuti Wanda D’Ercole a dover gestire questa nuova sfida essendo attualmente vacante la Direzione VIA .
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